31 gennaio 2017

18 novembre 2016, Milano. Loro credevano che io non sentissi…


Gli effetti della grave conflittualità familiare sui bambini

Il 18 novembre 2016, a Milano, si è tenuto il convegno regionale del Cismai (Coordinamento italiano servizi maltrattamento all’infanzia) sul tema delle ricadute che la grave conflittualità familiare ha sullo sviluppo dei bambini e degli adolescenti.
Sono intervenute anche Rossana Carbone e Ilaria Pardini - psicoterapeute dell’équipe specialistica di Ghenos “Accordi e Regolamentazione”.
Nella loro relazione hanno parlato della regolamentazione delle visite e della gestione degli accordi a favore di genitori con elevata conflittualità, sperimentazione ormai consolidata nel tempo, tanto da essere diventata prassi, utile a ridurre gli effetti del conflitto genitoriale sui figli.
 
L’intervento dell’équipe è rivolto a genitori separati laddove l’Autorità Giudiziaria incarica i Servizi di regolamentare le visite tra genitore non collocatario e figli, in considerazione del fatto che i genitori stessi non riescono a organizzare la situazione autonomamente.
L’ambito entro il quale ci si muove è quello dell’alta, altissima conflittualità di coppia ed il lavoro viene svolto attraverso colloqui con i genitori (singolarmente o congiuntamente) volti al raggiungimento di un accordo circa la regolamentazione delle visite, che avvengono in autonomia, tra il genitore non collocatario ed i figli.
In questo contesto, apparentemente meno compromesso, in cui gli incontri tra genitori e figli non sono sottoposti a protezione, si è verificato come i minori si trovino spesso ugualmente in un ambiente di vita fortemente connotato da aggressività, squalifiche e richieste di alleanze, che grandemente minano il loro benessere personale.
Attraverso il lavoro sulla regolamentazione delle visite, si cerca quindi di promuovere la creazione di relazioni meno conflittuali tra i genitori e di favorire l’apprendimento di modalità più funzionali alla gestione dei figli.
L’approccio prevede la disponibilità e la capacità dell’operatore a rimanere nella conflittualità accanto agli adulti mentre giocano le loro parti di aggressori, denigratori, svalutatori, sia nei confronti dell’ex partner che dell’operatore stesso.
Il setting che ne deriva è mutuato da vicino dalle discipline psicologiche, ed è dunque accogliente anche degli attacchi frontali, ma è anche un setting che richiama con rigore e scrupolo la norma, le regole concordate tra l’operatore ed i suoi utenti, la cornice giuridica, le prescrizioni.
 



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